Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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L'arte è contemporanea. Ovvero l'arte di vedere l'arte

266773
Sgarbi, Vittorio 36 occorrenze
  • 2012
  • Grandi Passaggi Bompiani
  • Milano
  • critica d'arte
  • UNIFI
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contemporanea, quindi finiscono per appartenere alla capacità di intendere di pochi. Altre volte si esprimono in maniera assolutamente universale e

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Se questo di Alberta Ferretti è un esperimento - forse il primo di questa natura - legato alla sua mente creatrice, la stessa impresa è stata

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alla produzione di altri momenti storici, è ancora più sconfinata. Chiunque stia lavorando, in questo momento, in Svezia, in Islanda, in Cina, in

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Chi si occupa di arte contemporanea chi la studia, più di chi la colleziona deve quindi cercare espressioni che siano fresche, che siano alla moda

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battute e nel disprezzo per le opere di Pollock, Longhi parlava di “estetismo dell’angoscia”, quasi che l’angoscia che portò Pollock alla morte come

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quella che ha dominato la Sicilia per tanti anni, che si afferma impedendo agli altri l’accesso alla visibilità e addirittura anche la mera

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fosse un’opera d’arte. E alla domanda di Sordi (“Ma cosa c’entra questo con l’arte?”), il funzionario risponde: Fotogramma da Le vacanze intelligenti

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immortalità: l'universo è immobile, 1972. alla perfezione e senza troppo distoreere la realtà la mentalità idiota che per tanti anni ha governato le Biennali

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ora. Così, insieme alla contemporaneità di ciò che esiste c’è la contemporaneità di ciò che è esistito e continua a vivere.

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grazie alla loro attualità continuamente rinnovata dalle mostre e dal lavoro di chi le studia. Tant’è che se oggi, per esempio, ci ritroviamo a guardare

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innescato una reazione che ha procurato gratuitamente alla Calabria e agli stessi Bronzi una visibilità mediatica molto più ampia di quella del

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esprimersi, ed esprimere significa già etimologicamente portare fuori, spinger fuori, portare alla luce qualcosa. Dove la luce è l’attenzione degli altri, la

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avanti compiuto dagli impressionisti rispetto alla pittura precedente. L’arte coincide con la vita: quindi il dipinto è un prolungamento dell’esistenza

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Millet c’è una tradizione realistico-religiosa, e i suoi soggetti sono un’ulteriore negazione dell’impressionismo alla Monet e alla Renoir, cioè vita

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interiorità. Van Gogh apre più di tutti alla sensibilità moderna, a quegli eredi ancorché più decorativi tra i quali possiamo includere pittori che, pur

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Van Gogh è uno di quegli artisti che arrivano alla fine dell’esistenza nella totale infelicità, per poi, dopo la morte, diventare i più amati, i più

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cambia il rapporto di mercato fra l’arte antica e l’arte contemporanea, e ne è l’elemento fondamentale di differenza, insieme alla relazione tra

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artistica una certa resistenza al godimento dell’arte contemporanea. Essa, infatti, è infinitamente ripetitiva, quindi preclude facilmente il passo alla

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, ti è negato l’accesso alla visibilità. Questo procedimento ha determinato un progressivo distacco tra la produzione artistica e i suoi destinatari

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è incontenibile, e non si può neanche dire che la quantità si contrapponga alla qualità, data la varietà e la curiosità delle esperienze. Dunque come

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Damien Hirst, Away from the flock, 1995. quei pianoforti? Un’opera di Kounellis. E chi è Kounellis? L’artista che ha venduto le proprie opere alla

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sovvenzionare l’arte contemporanea legata alla mafia del mercato. Ma lo Stato non ha nessun dovere di farlo - anzi, avrebbe il dovere di sottrarsene

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In quella mostra trovai uno spiraglio di vita, un soffio di energia rispetto alla dimensione prevalentemente funeraria cara a Barilli. Lì ritrovai

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fotografi autoproclamatisi artisti anche attraverso un uso arbitrario della fotografia. López García mi poneva davanti alla sfida propria della grande arte

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La testa di Abacuc può ben essere messa a confronto con la testa maschile di quella scultura di Lopez Garcia; ma, oltre alla vaga somiglianza

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surrealisti alla Salvador Dalì. Cattelan è figlio di quest’epoca e della sua necessità di manifestarsi in una dimensione pubblicitaria (e in tale

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’opera finale, è l’opera vera. Per intendere i criteri di valutazione dell’estetica fino alla fine del Settecento è fondamentale il progetto, la

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, cioè quella Antonio López García, Emilio y Angelines, 1961-65. che nel passato era legata agli affreschi o ai teleri o alla pittura storica, è stata

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di integrazione alla fantasia del lettore. Oggi il cinema ci impedisce, o ci risparmia, tutto questo, giacché con un solo colpo d’occhio vediamo

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Nonostante la resistenza degli artisti e degli scrittori, tuttavia, a un certo punto l’adeguamento alla tecnologia diventa necessario e

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anche trent’anni. Mi riferisco all’Arte Povera, ma anche, ormai, alla Transavanguardia. Dopo il 1970, in questo lungo momento di decadimento senza

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per cui alla fine chi sa dipingere è un po’ più moderno di chi non lo sa fare.

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, l’emozione: come in van Gogh, che dipinge con colori che sembrano passare direttamente dal tubetto alla tela, e che non ha una pittura compiuta

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celesti, dunque, ricche di simbologia, costruite in un grande spazio della Bicocca, alla periferia nord di Milano, da un artista carico di emozioni e di

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la prima volta, ritornava alla dimensione monumentale.

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. Viene in mente la risposta di Gino de Dominicis, artista d’avanguardia particolarmente originale, che, alla domanda di una intervistatrice: “Qual è

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